sabato 12 maggio 2018

La lezione del freddo

Che dire di questo libro? Certamente una piacevole sorpresa. A partire dall'argomento, quanto mai attuale. La scomparsa dell'inverno. La scomparsa del gelo.
Alla mia età, ho fatto in tempo a ricordare gli inverni gelidi degli anni '70 del secolo scorso, così come la grande nevicata del 1985. Poi? Più nulla. Non che non ci sia l'inverno... beninteso. Ma alcuni anni non lo si vede, altri accenna, abbozza, è più una sensazione che una vera presenza. Spiando il termometro tutte le mattine al risveglio tengo d'occhio il fenomeno... E quando é l'ultima volta che ha gelato? Quest'inverno praticamente mai. Non di giorno almeno. E comunque, non come nel recente passato... E che dire della neve... si arriva... ma è evento sporadico, destinato a far più notizia che dare certezza...
Casati vuole attirare l'attenzione su due aspetti: il primo che, vivere l'inverno, quello vero, ci pone domande che per molti non esistono. Non ci sono, perché non esiste più l'evento. Non è noto, non fa parte dell'esperienza, del vissuto. Il secondo è l'amore incondizionato per questo pianeta. Per i suoi pro e contro... e il quesito è, se siamo ancora capaci di apprezzarne la ruvidezza... perché di questo si tratta, di accettarne pro e contro, di viverci in mezzo e di provare a trarne conoscenza.... Poetico e pratico.
 
Vi rimando al suo sito QUI
 
 
"Il giorno in cui la famiglia trasloca nel New Hampshire, davanti agli occhi si apre un incanto: la casa è immacolata, le doghe di legno percorse dalle ombre del bosco, il tetto verniciato di un azzurro fiabesco.
L'estate caldissima sembra non voler mai terminare, ma le allusioni misteriose nelle conversazioni con i vicini e i colleghi fanno presagire una minaccia.
In un batter d'occhio arriva la neve, il grande fiume è già ghiacciato, bisogna attrezzarsi: le bambine e il cane ammirano in silenzio lo spettacolo bianco in cui vivranno per un anno.
Tra sputa neve elettrici e cataste di legna, orsi nel giardino e incendi divampati nella canna fumaria, piste di fondo oniriche e impronte calcate nel bianco per essere certi di ritrovare la strada, la grande scoperta è che il gelo può diventare un membro della famiglia, una lente di ingrandimento, un modo di sentire.
L'esperienza quotidiana del freddo é un'avventura estrema, a cui non siamo più abituati e che potrà sorprenderci come una possente rivelazione.
Con la praticità dell'uomo di casa e lo sguardo del filosofo, Roberto Casati ha elevato un altare al freddo in mezzo a betulle sottili che in primavera finalmente raddrizzano la schiena.
Un racconto imprevedibile e fulminante, un manuale di sopravvivenza, una Time Capsule confezionata con amore pensando ai figli e alle figlie del riscaldamento del pianeta.
"Se uno guarda il sentiero che traccio all'andata vede un zig-zag, una linea tratteggiata di piedi sinistri e piedi destri.
Al ritorno cerco di calpestare le neve con le ciaspole dove non ero passato all'andata, per rendere uniforme il sentiero. Ho deciso di chiamarla, la camminata etica, pensa chi ti segue, aiutalo".


Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Dare spazio