venerdì 2 marzo 2018

Sasquatch

Poteva forse Tex, maestro dell'avventura e di incontri strani (leggi Mefisto e dintorni), non incappare nel Sasquatch? Non conoscere e toccare con mano il mito dell'Uomo Selvatico? E come, ancora una volta, non testimoniare che noi c'eravamo già arrivati prima, ma gli Americani ne hanno fatto un mito?
Partiamo dal principio: l'uomo selvatico è un archetipo delle civiltà rurali legate alla montagna... la sua esistenza o la sua credenza (dipende da come lo volete leggere) parte da lontano, c'é chi sostiene, addirittura dai Fauni romani, sino ad apparire in tutte le culture antiche....
 
Anche da noi, lo si trova nelle culture alpine, essere timido, cosparso di peli, timido e ben disposto verso gli esseri umani, disponibile ad insegnare il rapporto con la natura, ma spesso ingannato dall'uomo e per questo refrattario ad incontrarlo... Come non vedere ancora una volta l'evidenza: gli Americani hanno il West, ma noi, che siamo arrivati prima, abbiamo la montagna...
 
Poteva, dicevamo, non finire in una storia di Tex? Certo che no! Ed in fatti eccolo qui. A voi la lettura e l'espressione di un giudizio sulla conduzione della vicenda...
 

"In un certo periodo, intorno alla metà degli anni Settanta, una serie di circostanze redazionali, mi costrinse - nel mio ruolo di sceneggiatore, nascosto dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta - a scrivere ogni mese un intero albo di Zagor, uno di Mister No e persino uno di Tex.
Per quanto riguardava la serie dello Spirito con la Scure, fantasiosa e aperta alle più svariate tematiche, come appassionato di film dell'orrore avevo dato fondo ai miei ricordi cinematografici, proponendo, uno dopo l'altro, tutti i "Re della Paura" apparsi sul grande schermo, da Dracula al Mostro della Laguna Nera, dall'Uomo Lupo agli Zombie...
Inevitabile, quindi, che, nella ricerca di un soggetto per la serie di Tex, io prendessi in considerazione la possibilità di trasportare nel mondo del West une delle creature fantastiche che non avevo ancora "citato"?
Anche quella volta, la mia preziosissima biblioteca mi venne in aiuto, grazie ad alcuni libri dedicati al Sasquatch, un essere metà uomo e metà scimmia, di cui alcune leggende indiane sostenevano l'esistenza nel Nord degli Stati Uniti, e che, a causa delle dimensioni delle impronte ritrovate, veniva bonariamente chiamato Big Foot (piedone).
Il misterioso Uomo Scimmia parente stretto dello Yeti era proprio quello che mancava alla mia galleria di mostri, e non esitai a buttar giù le prime pagine della sceneggiatura pensando che, il mio Sasquatch sarebbe stato cattivissimo, aggressivo, orripilante, del tutto degno, insomma, di quella sinistra fama di crudele assassino che emergeva dalla lettura di un paio di testi americani.
In seguito, però, la scoperta di altri episodi che invece, nei suoi casuali incontri con bambini o inermi turisti presentavano il Sasquatch come una vittima, mi fece desistere dal mio progetto originario.
Perché, mi dissi, una volta tanto, una creatura "diversa" non poteva essere brutta nell'aspetto, ma amichevole e generosa nella sua intima natura?
Il racconto che ne seguì riflette questa tesi, nell'immaginario americano, lo si considera un  a figura quasi patriarcale comunque familiare e degna di rispetto, come dimostra la sua permanente presenza nella cultura popolare.... Tex conoscerà quindi lo Sasquatch... ma (spoiler) da lui, verrà salvato".
 


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