venerdì 9 marzo 2018

Mercanti di Schiavi



Per Tex e i suoi soci, eterni riparatori di torti ed ingiustizie, questa avventura è pura manna dal cielo! Un traffico di schiavi, destinati alle miniere messicane, un'organizzazione meticolosa e crudele, che vede nel profitto l'unica fonte del diritto... una storia che vede accenni alle critiche Marxiste al capitalismo più spinto ed allo sfruttamento della forza lavoro... il povero Lumpenproletariat questa volta la vede brutta, e solo l'intervento di Tex, pone rimedio. Il nostro, appare più come Zorro (complice il clima e i sombreri) che come il ranger pistolettaro... ben disegnata da Manfred Sommer.
 

 
Quando Fernando Cortés sbarcò in Messico nel 1519, non intendeva affatto fondarvi una colonia né mettervi radici. Voleva soltanto saccheggiarlo perché come tutti gli altri Conquistadores, aveva varcato il "Mare Oceano" sulla scia delle caravelle di Cristoforo Colombo, spinto dalla bramosia di oro, di argento, di spezie.
Fu però Francisco Vàsquez De Coronado a fissare la prima frontiera verso il Nord quando, avventuratosi nel 1541 con la sua spedizione verso le Grandi Pianure, alla fine di un viaggio allucinante, decise che non sapeva che farsene di quel mare d'erba.
Nella primavera del 1542 Coronado e i suoi si ritirarono dalle Grandi Praterie per ritornare oltre il confine e la storia del Messico da quel momento fu segnata: esaurito il saccheggio degli oggetti preziosi che costituivano il tesoro degli Atzechi, si passò allo sfruttamento delle miniere nelle quali gli Indios morivano a migliaia senza riuscire a placare l'inestinguibile sete di metalli preziosi della "Casa de Contratacion" di Siviglia, l'agenzia che aveva il controllo di tutte le ricchezze provenienti dal Messico.
Il territorio conquistato era enorme e richiedeva manodopera continua.
I vascelli che ritiravano gli ori messicani portavano indietro bovini, pecore e cavalli e dato che le mandie si moltiplicavano i conquistatori si spinsero a Nord (Texas).
In Messico, di rivolta in rivolta e di dittatura in dittatura, si arrivò alla proclamazione di indipendenza del Messico nel 1836; Salvo entrare in guerra contro il Texas e gli Stati Uniti, guerra che portò la frontiera al Rio Grande.
Lungo la frontiera si trasportavano merci di ogni genere: armi, munizioni, stoffe, pellicce, attrezzi agricoli, tabacco; e dove fluiva la solita massa di spostati, fuorilegge e approfittatori.
La zona di confine era il rifugio di criminali e fuorilegge Desperados e Leperos che spadroneggiavano e creavano piccoli imperi, pronti a spostarsi da una parte all'altra del confine per non farsi prendere dai Marshall e dai Rurales.
Inoltre vi erano i Comancheros in combutta con le tribù indiane che attaccavano, derubavano, distruggevano e catturavano schiavi tra indiani e messicani.
Solo con l'arrivo dei Rangers e dopo una lunga lotta si riuscì a ristabilire la pace.
Le bande di Victorio, Cochise, Nana Chato e Geronimo con i loro Apaches, perfetti conoscitori del territorio, dettero filo da torcere a Messico e Stati Uniti sino alla resa di Geronimo il 4 Settembre 1886.
La frontiera era finita e con essa la sua magia".
 


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