mercoledì 28 marzo 2018

Il Giustiziere della notte

Era il 1974, quando Charles Bronson, protagonista del primo episodio della famosa serie, pistolettava per New York, facendosi giustizia da solo in un clima di autoassoluzione, e di contestuale assoluzione da parte dei deboli e delle vittime dei cattivi... 44 anni dopo, tocca a Bruce Willis, riprendere le redini del discorso, riproponendo lo stesso percorso di violenza e redenzione.
La prima considerazione che mi viene da fare è che il nostro Bruce, oramai ha una certa... età! E in quanto tale, certe piroette non le può più fare... ce ne accorgiamo nel suo transumare lento da un luogo all'altro, demandando ogni azione ostile alla sua pistola o, nella migliore delle ipotesi, ad una grossa chiave inglese, usata su di un cattivo, però steso sotto un auto.
Ci accorgiamo altresì dei suoi limiti (umani, umanissimi beninteso) nel superare uno steccato, mentre si allontana dalla scena del crimine... Lentooooo, ma lentooooo.... una lumaca, un bradipo, un anziano sul Minireale avrebbe fatto meglio... (ecco il mezzo, per chi non lo conosce).
 
E quando si porta sulla scena dove deve compiere le sue ignobili nefandezze? (dettate dallo spirito della vendetta sia chiaro) non lo vediamo arrivare, forse è partito la sera prima... ad un certo punto appare, si guarda in giro come stordito (ricorda certe pubblicità recenti di una nota marca di telefonia in cui lui prova a chiamare senza avere campo), dice due battute (limitate allo stretto necessario, mica che rimane senza fiato o gli casca la dentiera) e poi, spara.
Davvero, se si voleva rovinare un mito, ci si è riusciti... o forse no. Semplicemente ci fa ricordare che il passato non ritorna... remake a chi? Ma per piacere!

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