venerdì 2 febbraio 2018

Tre manifesti a Ebbing Missouri

 
Commedia nera, anzi nerissima... o forse no. A Ebbing, nel Missouri, una ragazza è stata uccisa... sua madre non si da pace e accusa la polizia di incapacità. Per farlo, usa tre grossi manifesti all'ingresso della cittadina, facendo scoppiare un polverone... Nulla sarà più come prima, ma, e qui la domanda sorge spontanea... prima com'era? Prima semplicemente tutti facevano finta di nulla, tutti si erano rassegnati, tutti.. passato un primo istante, cercano di tornare alle proprie faccende...
E' la metafora della civiltà. Ove, si partecipa al dolore, ma poi ci si allontana dallo stesso, perché comunque la vita chiama...e sarà anche la peggiore delle vite possibili, ma è sempre meglio della morte, è meglio del lutto, è meglio del dolore altrui...
E, cosa assai più evidente, nessuno è colpevole, ma nessuno è innocente... perché questa è la vita, fatta di scelte, di errori, di decisioni da cui non si torna indietro e di cui ci si pente amaramente, di occasioni lasciate andare e poi perse...
Ogni personaggio ha il suo lato oscuro, ma altrettanto potente è il lato buono, che magari a fatica (perchè è faticoso esserlo) emerge.... con cambi di impostazione e capovolgimenti del fronte impensabili... E' così per Dixon, il poliziotto razzista, mammone, ubriacone e violento... che ad un certo punto, complice la lettera postuma del capo della polizia, che lo incita a cambiare, capisce che c'é un altro modo di essere utili al prossimo.... e c'é una madre che vuole risposte, ma che in fondo vuole soprattutto trovare un modo per far smettere alla sua coscienza di mordere....
Unico eroe, il capo della polizia Willoughby, che oltre a fare il possibile per risolvere il caso, cercare di placare le liti, e condividere il dolore altrui, di fronte alla malattia incurabile, decide di godersi un'ultima giornata con moglie e figlie e togliersi la vita....
 

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Manuale di co-programmazione