martedì 6 febbraio 2018

Il vuoto alle spalle

Un libro scritto davvero bene. Una storia che ti prende subito e non ti lascia sino all'ultima pagina. Montagne, Storia di tutti e storia di singoli, Guerra, idee personali e idee di libertà, passione per la libertà... l'eterno gioco dell'arrampicata... amore, non manca nulla, in questa ricostruzione biografica di Ettore Castiglioni e della sua fine romantica.. Bravo Marco Albino Ferrari nel narrare questa storia senza tempo.
 
"No, in realtà non c'era una montagna più bella delle altre, si sarà detto, tutte sono attraenti e repulsive allo stesso modo. Tutte le montagne in fondo sono uguali. Ma l'ultima, l'ultima è diversa. E' come se occupasse un posto nella memoria in rappresentanza di tutte le altre e potesse rispondere più da vicino alla grande illusione: stando in alto, sull'avamposto della cima, si crede di vedere l'incanto dilatato come non mai; poi, però, gli orizzonti e le prospettive cambiano, sono nubi rimescolate casualmente dal vento, effimere proprio come il vento. E si ritorna felici, con lo stesso identico sapore di sempre, e tutta la disponibilità di meravigliarsi ancora".
 
 
 
"Ettore Castiglioni morì nel marzo del 1944, a trentacinque anni, esattamente come aveva previsto e annotato nel suo diario tanto tempo prima.
Figura emeblematica dell'alpinismo fra le due guerre fu esploratore solitario, scrittore, straniero in ogni luogo tranne che sulle montagne.
Ne "il vuoto alle spalle" Marco Albino Ferrari ci presenta, però, un Castiglioni inedito, dove l'alpinista si fonde con l'intellettuale e con il partigiano.
L'uomo che, rifugiatosi con i compagni in una baita in alta Valpelline dopo l'8 Settembre, guida attraverso le montagne profughi in fuga dal fascismo.
Giorno dopo gioeno, mettendo a repentaglio la vita tra scalate e lunghe marce in alta quota, la sua missione pare possa continuare indisturbata fino a quando, in un clima di crescente eccitazione, qualcosa va storto,
Dopo un primo periodo di prigionia in Svizzera, Ettore Castiglioni viene catturato nuovamente oltre il confine: senza pantaloni, senza scarponi, con i ramponi legati ai piedi nudi, fugge nella notte.
Lo troveranno alcuni mesi dopo sul ghiacciaio del Forno, a un passo dalla salvezza, morto congelato.
Castiglioni ci viene raccontato sia attraverso brani del suo diario, sia attraverso le testimonianze dei sui compagni e amici.
Ma è soprattutto attraverso la ricostruzione che Ferrari a non tanto degli avvenimenti, quanto delle motivazioni che spinsero l'alpinista verso morte certa, che Castiglioni emerge nella sua interezza e nella sua complessità di uomo,
Ed insieme a lui uno spaccato della nostra storia così recente eppure così poco conosciuta".
 

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Dare spazio