venerdì 20 ottobre 2017

Nelle foreste siberiane

Prendete un inglese, abbandonatelo su di un isola deserta, fategli magari incontrare un selvaggio... e lui comincerà a costruire ogni genere di oggetto necessario per rendersi la vita più semplice... e forse ci farà pure sopra un business..
Prendete un americano... questi diverrà l'Adamo primitivo, probabilmente comincerà a sparare ai selvaggi e ben presto costruirà un fortino ed un nuovo mito del West...
Prendete un francese, stessa situazione e lui comincerà a leggere, fumare e bere... al massimo a pescare, giusto perché prima mangiare e poi filosofare... insomma un vero borghese bohemienne...
Avete capito, questa è la storia del nostro Sylvain Tesson, scrittore francese che decide di trascorrere sei mesi (dal pieno inverno del febbraio russo sino alla fine di luglio) sul lago Bajkal in Siberia.
 
"Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il lavoro e gli impegni. Per sei mesi andrà a vivere in totale isolamento nelle foreste della Siberia, in una capanna di pochi metri sulle sponde del lago più antico del mondo, a 120 km di distanza dal primo villaggio abitato senza vicini di casa né strade di accesso.
Lo attende una solitudine differente da quella del navigatore o dell'alpinista che attraversano paesaggi e scenari: nei boschi ghiacciati l'uomo sta fermo e viaggia dentro se stesso, e la natura si gode lo spettacolo.
Da febbraio a luglio, Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell'inverno.
La vera sfida d questi sei mesi è scoprire se riuscirà a resistere.
L'ispettore forestale che lo accompagna fin li è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: "Questo è un posto magnifico per suicidarsi...". La solitudine può anche rivelarsi fertile.  Quando non si ha nessuno a cui esporre i propri pensieri la carta diventa preziosa confidente, e il taccuino compagno fedele. I giorni trascorrono mentre si scruta il lago e la foresta, si pesca per la cena o si beve un bicchiere di vodka dopo una passeggiata tra i monti. Una sedia di fronte alla finestra è un punto di osservazione ideale per cogliere il respiro del mondo, l'inverno e l'arrivo della primavera, ma anche la propria felicità, la disperazione e finalmente la pace. Perché nell'immobilità della Siberia la vita continua a scorrere impetuosa ma diversa.
Si sente il rumore del tempo, si sta in ascolto della propria metamorfosi. E poi ci sono i libri, davvero insostituibili. Chi non ha troppa fiducia nella ricchezza della propria vita interiore deve portarsi dietro dei buoni autori; potrà sempre riempire quel vuoto. Ecco allora i migliori compagni di viaggio Truman Capote, il Marchese De Sade, Casanova, il postino suona sempre due volte, il trattato del ribelle di Junger e tutte le versioni del Robinson Crusoe, il De Rerum Natura e le fantasticherie del passeggiatore solitario di Rousseau. Mentre si fuma e si beve una vodka si può leggere del corpo, dell'amore, del sesso, del pensiero e della perdizione, dell'ascesi e dell'abbruttimento. Forse questa capanna di legno è davvero un paradiso".
 
 
Affida così al suo/nostro diario, tutti i suoi pensieri... gli eventi, gli incontri, le emozioni e i momenti no.... così di volta in volta leggiamo: L'incontro con l'improvvisazione russa e il senso del precario... "I romani costruivano per i millenni, ai russi basta superare l'inverno".
 La riflessione sulla società e sulla rivoluzionaria idea di estraniarsene "L'eremita svilisce il contratto sociale; la solitudine è una conquista che fa ritrovare il piacere delle cose;  Sono libero di fare qualunque cosa in un mondo in cui non c'é niente da fare".... e d'altro canto cosa è la vita? "La vita consiste nel farsi forza tra un lutto e l'altro"...
 
Oppure, la riflessione sulla religione "Dio, mai sazio delle preghiere degli uomini, è un buon passatempo" o ancora sulle cose importanti nella vita e sull'idea (sbagliata) che abbiamo della libertà "Buffo no? Uno decide di vivere in una capanna, già si vede assorto nelle sue meditazioni, intento a fumare un sigaro guardando il cielo, e si ritrova a spuntare liste di viveri su un taccuino. La vita è tutta una questione di provviste".
 
 
Insomma, un libro che è prima di tutto un viaggio introspettivo, un riflesso di ciò che si vede (o non si vede) attraverso l'anima di chi è solo... ed affida tutto al suo diario... "Queste pagine sono tutto quel che resta della mia vita. Scrivo un diario per combattere l'oblio e fornire un supporto alla memoria. Se non si tiene un registro dei fatti e dei gesti, a che serve vivere? Le ore scorrono via, i giorni si cancellano e il nulla trionfa. il diario: operazione commando condotta contro l'assurdo".
Vi sono viaggi di km che forgiano l'essere umano, vi sono viaggi di pochi metri (la finestra, il tavolo di fronte al lago) che impongono sforzi sovraumani per trovarsi e crescere... questo libro narra il secondo tipo di viaggio... e lo fa egregiamente.
 
 
 
 

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