martedì 3 ottobre 2017

La cura dal benessere

L'immagine migliore di questo film è certamente data dalla risata stampata sul viso di Lockart (Dane DeHaan) mentre fugge in bicicletta dalla clinica, spa, lager claustrofobico... e se pensate che questo avviene dopo oltre due ore e venti di tormenti, tribolazioni, scoperte terribili e prove psicologiche... non avete idea di cosa può capitare se sbagliate clinica e soprattutto sbagliate cura...
 
Ma andiamo per ordine... quante similitudini tra questo film e il Nosferatu di Murnau o il Dracula di Bram Stoker ripreso magicamente nel gotico film di Coppola... una clinica/castello, che nasconde una tragedia, un villaggio terrorizzato, il sangue come ossessione, corpi umani usati per distillare un elisir di lunga vita... ma c'é dell'altro... segreti, speranze, incesti, desideri che attraversano il tempo (ritorna Dracula) e poi il giovane rampante, mandato in Svizzera a recuperare un riottoso capo esecutivo che presto cade nella trappola del labirintico istituto. Un sano, cioè, che diventa malato per tutti... senza esserlo ovviamente... ed un altro malato che ritrova la salute...
 
Personalmente ritengo che un horror (ma vale per quasi tutti i generi) si veda dal finale... da come tutta la concione, le premonizioni, le apparizioni, le manifestazioni, vadano a parare... anche perché uno, dopo un paio d'ore di spaventi, si domanda in modo inesorabile: "ma che minchia vuole il mostro, il maniaco, lo spettro?" e questa doverosa domanda deve dare una ed una sola risposta... viceversa crolla il castello di carte... se, come diceva Sant'Agostino, "il male è una perdita di tempo", figuriamoci che perdita di tempo è per lo spettatore, vedere tutta la fatica del cattivo andare a finire a ramengo... per questo, devo dire che di finale si muore in tanti... quasi che, dopo tanta fatica a tenere alta la tensione, il regista, nell'ultimo quarto d'ora si sia assentato per andare in bagno, delegando la regia ad vice assistente o all'addetto alle scope... grave, gravissimo... con il risultato di buttare tutto a mare...

Perché questo film mi è piaciuto e mi ha tenuto incollato sino allo scontro finale? perché c'é tensione continua, perché la clinica filo nazista confinata nel castello sulle Alpi è credibile, perché chi ci arriva ha veramente bisogno di riprendersi da una vita complicata e forse, la soluzione proposta dai medici... non è nemmeno poi tanto male...

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