lunedì 2 ottobre 2017

Breve storia del progresso

Da un testo all'altro... se si parla di futuro, di popolazione, di passato e di progresso, di ambiente, di modernità e di speranze... non si può prescindere da questo interessante testo... capace di illustrare in modo chiaro e convincente, come l'uomo è riuscito a prosperare sino ad oggi e perché andrà a schiantarsi a tutta velocità contro un muro, con le stesse modalità con cui è cresciuto ed ha gabbato tutte le astuzie messe sulla sua strada da "Madre Natura"....
 
"Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Tentando di rispondere a queste domande, Ronald Wright analizza in questo libro, già di grande successo all'estero (e rimasto per settimane primo nelle classifiche nord americane), il concetto occidentale di progresso e, in una rapida quanto intensa carrellata, che parte da diecimila anni a, dimostra come la eccezionale crescita della popolazione umana del Ventesimo Secolo, unita ad un aumento dei consumi e ad alcune innovazioni tecnologiche, stiano ponendo una pericolosa ipoteca sulle sorti del Pianeta.
Siamo infatti giunti alla parte finale di un esperimento funesto, iniziato nel Neolitico.
E' ora più che mai necessario rivedere l'intero corso di questo processo a cui abbiamo preso parte ma che raramente abbiamo saputo davvero controllare e individuare i cicli ricorrenti di trionfi e catastrofi che l'hanno caratterizzato per scoprirne i pericoli interni.
Solo così sarà possibile, forse, cambiare strada ed evitare il collasso dell'umanità".
 
"La rovina della nostra specie è la speranza? Si, la speranza ci spinge a inventare nuovi rimedi a vecchi problemi, che a loro volta creano problemi sempre più pericolosi. La speranza ci fa eleggere il politico con la più grande promessa vuota; la speranza come la bramosia, alimenta la macchina del capitalismo".
 
"John Steinbeck una volta disse che il socialismo non aveva mai preso piede in America perché i poveri consideravano sé stessi non come proletari sfruttati ma come milionari temporaneamente in difficoltà. La cultura americana è ostile al concetto di limite".
 
"Il capitalismo ci attira in avanti come la lepre meccanica nella corsa dei levrieri, insistendo che l'economia è infinita e che pertanto la distribuzione non ha senso. Abbastanza levrieri catturano una lepre vera di tanto in tanto, così che gli altri continuano a correre fino allo sfinimento. Nel passato erano solo i poveri a perdere a questo gioco; oggi è l'intero pianeta".
 
"Le civiltà spesso crollano improvvisamente (effetto castello di carte) perché quando raggiungono la massima domanda sul loro ecosistema diventano estremamente vulnerabili alle fluttuazioni naturali. Il pericolo più immediato posto dal cambiamento climatico e l'instabilità meteorologica è la penuria di cibo".
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento

Niente parolacce, né!

Dare spazio