martedì 19 settembre 2017

il fu Mattia Pascal

Altro testo, letto tempo or sono, di cui oggi propongo scheda di lettura. Ho deciso di accompagnare la foto con i frutti dell'orto...
"Progettato nel 1903 e pubblicato l'anno successivo, il FMP parte da un'episodio umoristico; un uomo - tale Mattia Pascal - é creduto morto da parenti e amici, familiari e compaesani e sfrutta questo equivoco per cominciare una nuova vita sotto le mentite spoglie di Adriano Meis. Lo sgretolamento dell'identità individuale, centrale nella riflessione pirandelliana è dunque il tema che attraverso tutta la narrazione parte da un "romanzo di formazione" per rovesciarlo dall'interno.
Lo stesso Mattia che ci racconta in prima persona la sua paradossale vicenda, si proclama da subito un narratore alquanto inattendibile, dato che dice, che ci racconterà solo ciò che egli "reputa necessario".
La vicenda di Mattia, infatti, mette in discussione ogni possibile certezza: le due premesse al romanzo, di stampo filosofico, sostengono che il relativismo dell'epoca moderna ha lasciato l'uomo contemporaneo ormai privo di ogni caposaldo, e certo della sua nullità all'interno del cosmo.
Anche alcuni luoghi del romanzo "smontano", con le risorse dell'umorismo pirandelliano, le poche sicurezze rimaste al protagonista: il caos regna sovrano anche nel luogo del sapere e della conoscenza.
La storia è narrata in prima persona dal protagonista che si qualifica come "FU" in quanto figura che riesuma la propria vicenda di "morto in vita" privo di identità e ruolo sociale in seguito ad una circostanza fortuita ed imprevista.
Mattia, appunto a posteriori, ripercorre il proprio caso, assai più strano e diverso; "tanto diverso e strano che mi faccio a narrarlo".
E' bene separare da subito autore e narratore delle vicende... il Fu Mattia si rivela da subito poco incline a far seguire ai propri propositi o ai propri convincimenti fatti che siano con essi in rapporto di coerenza.
Pare di avere a che fare con un narratore privo di un punto di vista saldo, organico e onnicomprensivo. La voce narrante condivide i caratteri della provvisorietà, precarietà, instabilità, propri della realtà narrata. E' una storia di equivoci, simulazioni, falsità, menzogne".
 

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