domenica 25 giugno 2017

ACAB

ACAB: All cops are bastard. Questa la sigla che ritroviamo sul collo di uno dei coatti che si aggirano per le periferie romane, disperato fondale ove i nostri celerini dispensano bastonate a destra e manca, forse per rendere meno dura la loro vita di sottopagati servi dello Stato
Abituati ai poliziotti delle innumerevoli serie televisive, quello che ci appare non sarà di facile digestione... divisi tra chi li odia, perché troppo crudeli (magistrati, cittadini, delinquenti) e chi li odia perché li ritiene incapaci e non in grado di fare la differenza (cittadini, gruppi estremisti, loro stessi)... si vedono costretti a fare prima di tutto i conti con sé stessi e, non riuscendoci, portare non a casa il lavoro ma la casa al lavoro... picchiando chi ricorda loro gli errori commessi, i soprusi subiti... facendo della violenza l'unica moneta che tutti intuiscono e in fondo tutti rispettano.
In una società sempre meno comprensibile, dove non si sa più chi è colpevole, e dove gli innocenti sono introvabili, dovranno sopravvivere, tenendo presente una sola regola: si sopravvive tutti insieme e senza lasciare indietro nessuno.
Ottima storia italiana, regia all'altezza della situazione.

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