mercoledì 18 gennaio 2017

L'avventuriera di Montecarlo

 
Il cinema è non solo presenza ricorrente nella narrativa di Roth, ma anche oggetto di splendidi feuilleton e recensioni - nell'insieme un centinaio di interventi compresi per lo più fra il 1919 e l'inizio degli anni Trenta, di cui si offre qui un'ampia e rappresentativa scelta.
Appassionato di Buster Keaton, capace di liquidare il sentimentalismo di un'epoca intera, cultore di documentari e film etnologici, Roth sa essere sferzante come pochi e non risparmia perfidi strali a osannati registi, che si chiamino Lang o  Ėjzenštejn - né ,ovviamente, ai più turgidi colossal: come Messalina, contraddistinto da una "noia colossale", sicché, egli confessa, "abbiamo il nostro bel daffare a tenerci svegli. Ci sentiamo stanchi come dopo una festa di matrimonio o un banchetto funebre durato giorni e giorni".
Quando visita i set, poi, è un grandioso rutilante bestiario che si offre al suo sguardo implacabile: registi onnipotenti, operatori pedanti, comici presenzialisti, ricchi produttori, dive irresistibili e tiranniche che si scelgono ruoli cuciti sul loro corpo: senza che di quel corpo il povero sceneggiatore abbia potuto cogliere anche un solo barlume.
Ma quel che più conta è forse la attenzione, acutissima e preveggente, rivolta sin dai primi testi alla capacità del cinema di creare simulacri: i meravigliosi prodigi dello schermo significano per Roth che la realtà, così ingannevolmente imitata, non era poi così difficile da imitare: si, le persone reali, le persone vive, erano già diventate così evanescenti che le ombre sullo schermo dovevano per forza sembrare reali". (tratto dal libro).



Diviso in quattro sezioni: Feuilleton, Recensioni, Critica Militante, Teoria del Cinema. Questo piccolo ma prezioso libro si occupa di cinema.
Uscito nel 2015, raccoglie le recensioni scritte, dal 1919 al 1935, da Joseph Roth, per vari giornali e riviste e ci raccontano la storia di questo periodo a cavallo tra le due guerre e una Germania ed un'Austria in preda alle scosse che le porteranno al dominio nazista.
Riscopriamo insieme il cinema muto, l'accompagnamento musicale, la trasformazione che si attuava nei cinema e anche oltre, quando andava in scena un film.. con adattamenti del palco, delle luci, degli ingressi, delle persone vestite in tema e così via...
Un mondo del cinema a noi sconosciuto.
Parla poi di divismo e della capacità del cinema di condizionare la vita quotidiana di tanta gente semplice; di apparenze e del loro prevalere sul vero; di ombre (cioè l'essere preda del cinema e del sacrificare la propria vita reale per apparire nell'immaginario collettivo). Assistiamo in prima persona al mutamento del mondo cinematografico con l'apparire del sonoro.
Per gli appassionati di cinema, per quelli di storia, per quelli di costume, per chi ama conoscere e capire il nostro recente passato.
Se l'800 è stato il secolo dei libri, il '900 è stato senz'altro il secolo del cinema. Questo testo ne è testimonianza.

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