domenica 23 ottobre 2016

Ritorno in Valgrande

E' così che, vuoi per la meteo ballerina, vuoi perché le montagne sono innevate, si decide per una gita del mercoledì all'insegna della Valgrande.
E badate bene, non è una scelta di ripiego. Piuttosto un completo cambio di prospettiva. Niente cime, niente creste, niente ghiacci e lontani panorami.
Piuttosto bosco, rive scoscese e ripide, corsi d'acqua di un colore intenso, poche tracce umane e una lunga immersione nel Wild!
Il primo inghippo è dato da una serie di gallerie, strette strette e maledettamente bagnate. Passiamo la prima, la seconda, ma la terza non garantisce un passaggio agevole: rischiamo di fare tutto il restante percorso bagnati come pulcini. Si torna indietro e si supera dall'alto le umidissime buche...
il fiume ci accompagna per tutto l'itinerario. In sostanza gli si gira intorno attraversandolo sia su passerelle metalliche, che su ponti in pietra. L'acqua sottostante ha un colore verde incredibile... peccato sia gelata!

Ponte, traccia umana. Chi mai avrà fatto un opera simile in mezzo al nulla?

Le poche abitazioni, cadono a pezzi, e solo in un punto troviamo presenza umana.
Un altarino assai pagano... mai visto nulla di simile...

Velina di sopra. Si erge sopra il bosco in posizione solare. Bellissima e solitaria.
Un torchio... intorno damigiane e botti... Notevole la maestria nel realizzare l'opera. Un vero peccato il totale abbandono... Al termine della giornata, riemergiamo dal fitto del bosco... umidi certo, ma soddisfatti... un'altra splendida camminata.

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