lunedì 25 aprile 2016

Al Massone

La montagna per me costituisce un richiamo irresistibile. Una luce per la falena, al tempo stesso un fiore per l'ape.. che altro aggiungere? Spero di aver reso l'idea per questa passione che mi accompagna sin da piccolo, quando in spalla a mio padre cominciavo a conoscere le Alpi ossolane.
Oltre al Cistella, all'Alpe Veglia, allo Zeda, piuttosto che altre piccole e grandi cime che ho visitato, il Massone è per me (vedendolo da casa tutte le mattine) un forte richiamo che ne decreta l'obbligo di visita annuale... Salito da ogni parte (da Cerro Maggiore, dal Santuario del Boden, dall'Alpe Quaggione) fa della sua posizione, della vista incredibile, della lunga cresta un mix da godere sino in fondo.
Privo di bosco, da immediatamente l'idea dei prati alpini d'alta quota, della pietraia, della giogaia.. Se non fosse per quella maledetta erba ciularina che a tratti ne copre le pendici e che, in caso di maldestro passo determina cadute a valle anche spiacevoli...
 




Così è che anche questa volta non resisto e decido di salirlo. Una giornata ben spesa credetemi, in totale solitaria e senza alcun incontro. Mi allungo anche al vicino Eyahora con il suo cancelletto di ingresso. Bellissimo, non ho altre parole.

 

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