domenica 5 luglio 2015

Una pantera in cantina

 
"Gerusalemme 1947: mentre gli eventi storici incalzano, un ragazzo ebreo di dodici anni vive un momento estremamente significativo della sua vita. Ora che è adulto lo racconta.
Dopo l'Olocausto, quando si rafforza il movimento clandestino per la nascita dello Stato di Israele, anche lui ha fondato con un paio di coetanei, una società segreta con l'obbiettivo di combattere gli inglesi, che ancora occupano la Palestina, rivendicando il diritto ad una patria dopo tanta sofferenza.
Lui è soprannominato Profi, diminutivo di Professore, perché è molto intelligente, ha una cultura enciclopedica, ama studiare le parole e leggere.
Di carattere è comunque socievole e vivace, ama pensarsi coraggioso come una pantera e i suoi amici sono i due compagni di gioco e cospirazione.
Almeno fino al giorno in cui non fa amicizia con il nemico, un sergente inglese che gli insegna la sua lingua in cambio di lezioni di ebraico.
Da quel momento agli occhi degli altri diventa un vile traditore, che in quanto tale va punito nonostante la sua pretesa di innocenza.
Una pantera in cantina racconta una piccola grande storia di emozioni e sentimenti, un'avventura di amicizia e di crescita, che pone serie domande sulla colpa e sulla fiducia, in un contesto storico di epocali stravolgimenti.
Profi è infatti testimone, con il suo sguardo ancora candido, la sua sensibilità intatta, di fatti più grandi di lui i cui effetti si ripercuotono inesorabilmente sulle relazioni umane". (tratto dal testo).
 
 

Amos Oz riesce a far vedere il mondo dal punto di vista di un ragazzino di 12 anni. E lo fa talmente bene che questo libro merita di essere posto al fianco de "i sentieri dei nidi di ragno" di Calvino.
Convince nella sua semplicità, nella sua profondità, nella sua capacità di sondare l'animo umano di un bimbo, dei suoi amici e dei suoi genitori, mentre intorno si forma lo Stato di Israele.
Bellissima prova letteraria.

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