sabato 22 novembre 2014

il libro delle parabole - Per Olov Enquist

"E' dunque questo essere umani il senso stesso della vita?"
"Fuori soffia la tempesta, dell'estate chiude la porta, per chiedere e cercare è tardi ormai. Forse amo meno di un tempo, ma sempre più di quanto saprai mai". Tove Janbson.
 
Aveva promesso di non raccontarlo mai a nessuno, allora era solo un ragazzino, ma adesso, giunto sulla riva del fiume che ha già chiamato tanti amici all'altra sponda, incalzato dalle domande rimaste senza risposta, Enquist capisce che quella donna incontrata nell'estate del 1949 è il cuore del romanzo che non è mai riuscito a scrivere.
Un romanzo d'amore.
Che cos'é l'amore? Un estasi dello spirito e del corpo, quel corpo negato dalla fede severa della sua infanzia e la cui scoperta improvvisa é stata un'esperienza mistica, rivoluzionaria, l'inizio di una ricerca più alta e tormentata di libertà che lo ha accompagnato per tutta la vita, tra l'angoscia del peccato, il richiamo della perdizione e il fascino per quella ribellione assoluta che é la follia.
Di qui il bisogno di ritrovare i modelli che hanno "marchiato a fuoco" la sua esistenza e raccontarli in nove parabole, fulminanti, crude e senza veli come è concesso alla poesia biblica: il mistero del taccuino del padre mai conosciuto che conteneva solo versi d'amore, la zia eroica che in punto di morte ha osato rinnegare il Dio che non l'ha mai ascoltata, la bisnonna che per 34 anni ha scritto sui muri il suo dolore e che quanto le hanno tolto la penna ha continuato con un chiodo.
E quella sconosciuta gentile e sola che, nel lontano 1949 gli ha aperto le porte della sua stanza più intima dove i segreti proibiti dell'amore si intrecciano a quelli dell'immaginazione, convertendolo alla religione della vita e della scrittura. (tratto dal libro).
 

 
 
Un romanzo d'amore, il sottotitolo di questo "mémoire". E di amore si parla certamente, ma anche di sofferenza, di fede, di pazzia, di morte, di rimpianti, di speranza.
E' un autobiografia in terza persona. Un modo per guardarsi da fuori, senza sconti, senza giudizi.
Spesso si vira nell'immaginifico, nell'onirico, nel libero pensiero a cui con fatica il lettore deve arrendersi, attendere che il volo si interrompa e riprenda il filo degli eventi.
Nove Parabole, come Nove sono i fogli strappati dal diario del padre. Da chi? Non si sa, forse la madre, che non poteva accettare alcuni passaggi (forse poesie) descritti nel testo, tentando di bruciarlo e poi pentendosene solo parzialmente.
Una dietro l'altra scorrono le descrizioni di amori, spesso solo immaginati, in un caso vissuto sino in fondo e divenuto momento di aiuto e conforto per tutta la vita o sconforto per non averlo più rivissuto.
In un epoca in cui tutto sappiamo della meccanica sessuale, questo testo ci colpisce per la profondità dei sentimenti che accompagnano l'atto. Mai volgare anche quando descrive il rapporto.
Profondo e difficile, lisergico, folle, grondante speranza ma anche domande prive di una risposta.
Un amore talmente forte da farne blasfemia e paragonarlo a quello della Maddalena per Cristo.

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