domenica 15 giugno 2014

A futura memoria


Ecco si scopre che, grazie al Mose a Venezia, tutti hanno rubato. Tutti ad aprir la bocca per la sorpresa!
E dopo aver scoperto che, tutto è frutto di un sistema normativo "eccezionale" che ha permesso di derogare ad ogni norma esistente nel campo dell'affidamento dei lavori, ci risiamo: Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 Aprile 2014 il Decreto Legge n. 83/2014 "Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo  della cultura e il rilancio del turismo". Ecco un altro mostro normativo pronto a dare i suoi frutti.


Partiamo dalla parte più semplice e poi andiamo al cuore dell'indecenza.
Come si rubava a Venezia? Non rispettando alcuna delle leggi (farraginose, mal scritte e inapplicabili sia ben chiaro) che esistono, ma andando in deroga a tutto: scambiando denaro in cambio di velocità e certezza nell'affidamento. Creando cioè quella discrezionalità che fa l'uomo ladro e il funzionario pubblico/il politico il re dei ladri.

Ora, mentre da un lato ci si stupisce, ci si straccia le vesti, si invocano scelte straordinarie (ancora ?, di nuovo ?) dall'altro lato si emana l'ennesima legge derogatoria che crede di porre rimedio al malcostume della nostra povera Penisola e che invece è peggio del male che vuole combattere.

Partiamo dalle cose più semplici:

1) siccome le Soprintendenze non rispettano i termini per dare il proprio parere sui progetti e che occorre fare conferenze di servizio (a cui non partecipano) si decide che dopo 60 giorni dalla istanza valga il silenzio - assenso. 
Risultato: la Soprintendenza continua a non fare il proprio dovere. Io cittadino che ho presentato istanza magari in modalità semplificata devo aspettare 60 giorni in luogo dei 25 previsti e non ottenere nulla, se non la certezza che qualcuno NON HA LAVORATO.

2) La parte semplificata è rinviata all'emissione di un Regolamento. Bene, e quando arriverà? Non è dato a sapere.

Cose più complicate:

Siccome a Pompei o a Caserta la manutenzione ordinaria e straordinaria non esistono. E non sto dicendo che qualcuno si è rubato i soldi o che gli appalti finiscono in mano alla camorra o altro ancora (Dio me ne scampi e liberi da un tale pensiero). Il risultato è sotto gli occhi di tutti: 

Crolli della casa del Gladiatore, impossibilità all'accesso di aree culturali e archeologiche di immenso valore, tetto della Reggia di Caserta che piscia acqua piovana, mentre si buttano 70.000 euro per piazzare un corno (si udite bene, un corno rosso) davanti alla Reggia perché porta bene salvo poi buttarlo nel cesso.

Chi paga? Chi ha sprecato?


Ma veniamo all'argomento principe del mio post.

Quale rimedio hanno pensato i nostri gagliardi politici per rimediare all'incuria di Pompei e Caserta?
Si legga il decreto legge: derogare, derogare, derogare, derogare, derogare, derogare.
Non ho mai trovato così tante volte l'abuso di tale termine come in questo testo di legge.
E cosa sta dietro la deroga? Lascio a voi immaginare con quale attenzione si affideranno i lavori urgenti, le cose impellenti, le sistemazioni. Come verrà posta la massima attenzione ai prezzi (sic) alla qualità, solidità, serietà delle ditte, alla loro fedina penale, alla sicurezza nei cantieri eccetera eccetera.

Tra un anno, magari due, scoppierà lo scandalo degli appalti di Pompei e Caserta. Qualcuno avrà pagato, qualcuno avrà preso i soldi, la solita cordata di ladri, i soliti favori, le puttane, le auto di lusso, i viaggi, le cene.
E tutti a strapparsi le vesti sino alla volta successiva.
A futura memoria io lo scrivo. Quando questa cosa accadrà, copia di questo post vorrei fossa inviata ai Magistrati di turno, che magari si chiedessero perché in Italia succedono queste cose...







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