mercoledì 30 aprile 2014

Snowpiercer

Un treno percorre il suo tracciato a folle velocità. Senza mai fermarsi, senza fermate o stazioni. Dove corre e perché ? Intorno la morte. il ghiaccio circonda il percorso, luce abbacinante, freddo mortale. Nessuno assiste al passaggio dell'incredibile convoglio.

Eppure, all'interno dei vagoni, la vita prosegue.
Ma c'è vita e vita. Quella della prima classe (come cantava De Gregori) che vivono nel lusso sfrenato, quella dei militari che devono garantire l'ordine creato ed infine quella dei pezzenti, saliti sul treno senza pagare, ma che pagano ogni santo giorno con la crudeltà e la vessazione.

E allora che fare? Dopo 18 anni di sofferenze, il popolo si muove e tenta l'incredibile. Arrivare alla testa del treno, uccidere il dittatore e i suoi sgherri, vivere meglio.

Ma non è facile. No. Non lo è affatto. Ed ecco allora il percorso da parte dei paria del treno, incorrere in mille avventure. Questo treno si rivela essere un incredibile microcosmo che contiene una sorta di arca di Noè (vedasi il recente film nelle sale) al contrario. E' un esperimento biologico? E' darwinismo ristretto dai vagoni? E' in fondo il nostro piccolo mondo riassunto sui due binari a riprova che non c'è posto per tutti nel mondo del benessere e che i morti di fame se ne devono stare al loro posto?
Ottima prova della cinematografia coreana, anche se fatichiamo a capire la simbologia e la rappresentazione delle emozioni. Ottima prova per Chris Evans e Tilda Swinton (irriconoscibile).

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