martedì 20 agosto 2013

I ventitre giorni della città di Alba

Con questa raccolta di brevi racconti, Beppe Fenoglio vuole raccontare un Italia che a mezzo tra una Guerra persa, una Guerra Civile senza vincitori ne vinti (o meglio composta di soli sconfitti) ed un dopoguerra denso di incertezza e mancanza di speranze, prova a darsi un perché.
I partigiani ne escono male. Al di la delle divisioni (comunisti, garibaldini, badogliani, azzurri e rossi) viene sottolineata l'inadeguatezza di chi fuggiva in montagna per combattere il morente regime fascista.
Ogni singolo personaggio è accompagnato dai suoi dilemmi: il passato appena lasciato (la mamma, il letto caldo, una quasi morosa), il presente incerto (la paura di morire, la paura di non essere accettato) ed un futuro completamente da scrivere e non privo di incertezze, vede da entrambi i lati del conflitto persone prive di tutto che a seconda dei casi giocarono la grande partita della vita.
Anche i racconti che riguardano il dopoguerra non perdono di smalto, dando il senso della trasformazione non ancora raggiunta e della ricerca di stabilità.
In un Italia contadina e retrograda che vuole cambiare ma che poi non riesce andare oltre schemi antichi e prefissati. Di miseria, di sconfitta, di rinuncia.

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