martedì 18 settembre 2012

Prometheus… di non farlo più!






Partiamo dalla trama.
Vergognosamente simile ai capitoli precedenti.
Il meccanismo “arrivo di equipaggio inconsapevole vittima di piano segreto con brutta sorpresa di alieno aggressivo” poteva funzionare una volta, due al massimo, ma poi basta. Ormai tutti sappiamo che se ti propongono di ibernarti per andare sul pianeta Salcazzo a fare staminchia, pagassero anche un sacco di soldi, senti puzza di alien lontano un miglio e cordialmente rifiuti.    

Passiamo ai personaggi.
Definirli "già visti" è poco. Il finanziatore dagli scopi misteriosi, l’aridaie-equipaggio inconsapevole, l’androide che la sa lunga ma si riscatta nel finale, più i vari caratteristi (il comandante un po’ tonto, le vittime predestinate, i buoni che si acciaccano ma non ci lasciano mai la pelle, etc.).

Gli interpreti.
La coppia Rapace/Shaw - Marshall Green/Holloway: purtroppo irrimediabilmente antipatici fin dalle prime battute. Fuori parte, fuori tempo massimo.
Charlize Theron/Meredith Vickers: un’inutile macchietta, tutina compresa.
Michael Fassbender/David: credibile come androide (ma Bishop era un'altra cosa), molto meno come il sex-symbol di cui tutti parlano.
Guy Pearce/Weyland: attore intrigante sotto un makeup ridicolo… ma non si poteva davvero fare di meglio per truccarlo da quasi-centenario?    
Non classificati tutti gli altri.

Un doppiaggio a tratti discutibile (vedi sotto) fa il resto.

La scena più emozionante? Il cozzo delle due astronavi.
La più inspiegabile? L’auto-intervento chirurgico della Dottoressa Shaw… come mai la capsula ha i comandi anche all’interno? Forse per consentire a Vickers di scamparla in ogni frangente? Ma la voce automatica non dice che è progettata solo per pazienti maschi?... boh
La più inutile (e deprimente)? Lo scambio di battute pre-coito tra il comandate e Vickers. Eppure Charlize Theron avrà letto il copione prima di accettare... ri-boh
Ma il vero mistero del film è: perché il magnate Weyland parla con un vago (neanche poi tanto) accento dell’Italia meridionale?! (vedi sopra)

Se Scott voleva farci riflettere su quanto potrebbe essere bizzarra l’origine dell’umanità c’è in parte riuscito, ma in tal caso alcuni passaggi non andavano buttati lì alla chi capisce capisce.
Se voleva dimostrarci il suo pessimismo cosmico non doveva concludere con i due superstiti che – tenaci come pochi! – partono alla ricerca del pianeta di residenza degli Ingegneri… pensa che accoglienza, visto quante ne hanno beccate in campo quasi neutro!
Se voleva farci rimpiangere i salti sulle poltrone dei capitoli precedenti (i primi due in particolare), be’... missione compiuta!

Solo nel finale, quando alien salta fuori dal torace del malcapitato Ingegnere, ci si illude che il film prenda la piega giusta.
Peccato che i titoli di coda siano dietro l'angolo.

Questo post é un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.

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